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Equilibri africani, alla Somalia semestre presidenza Lega Araba

Dallo scorso mese di marzo la Somalia ha assunto, dopo il Sudan e per sei mesi, la presidenza della Lega Araba. L’organizzazione dei Paesi arabi fondata nel 1945, poco prima dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, da Egitto, Arabia Saudita, Transgiordania (poi divenuta Giordania nel 1946), Iraq, Libano e Siria. A questi fondatori si sono poi aggiunti altri Paesi ed attualmente aderiscono alla Lega Araba 22 Stati, tra cui la Somalia dal 1974. Si tratta di tutti i Paesi della fascia nordafricana, dal Marocco sino all’Egitto e via proseguendo verso est sino a tutta la penisola arabica oltre proprio alla Somalia che è lo Stato più meridionale e che non confina con altri Paesi aderenti. Alla scadenza del semestre, la presidenza passerà all’Iraq.

Il Ministro degli esteri somalo Ahmed Isse Awad si insedia alla presidenza del Consiglio della Lega Araba il 6 marzo 2019Il Ministro degli esteri somalo Ahmed Isse Awad si insedia alla presidenza del Consiglio della Lega Araba il 6 marzo 2019

Lo scorso sei marzo la seduta numero 151 del Consiglio della Lega Araba, nella sua sede del Cairo, è stata presieduta, dopo trent’anni, dal Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Federale somala, Ambasciatore Ahmed Isse Awad.

Presupposto per l’appartenenza alla Lega Araba non è tanto quello di adottare la religione islamica, quanto piuttosto quello di avere, quale lingua ufficiale maggioritaria, l’arabo e tale era il caso della Somalia ai tempi del Generale Siad Barre che aveva tra le lingue ufficiali dell’inglese e dell’italiano, anche quella araba oltre naturalmente al somalo che, proprio nel 1974, venne codificato come lingua scritta.

Sebbene l’art. 2 del trattato costituivo della Lega Araba preveda l’instaurazione di relazioni più strette fra i Paesi aderenti, coordinandone le attività secondo principi di collaborazione nonché di salvaguardare le rispettive sovranità e indipendenza da considerare, tuttavia, in un’ottica di interesse generale dei Paesi arabi, la convivenza all’interno del medesimo organismo spesso non è stata facile. Si ricorda, ad esempio, la sospensione dell’Egitto tra il 1979 ed il 1989 in conseguenza del trattato di pace israelo-egiziano, periodo durante il quale la sede della Lega fu trasferito a Tunisi, o l’attualmente vigente sospensione dell’adesione della Siria in conseguenza della guerra civile esplosa nel 2011. Al 2017 risale, invece, la crisi tra l’Arabia Saudita (ed i suoi alleati), da una parte, ed il Qatar dall’altra. Per la prima volta dall’insorgere dell’ostilità tra i due Paesi, sotto la presidenza della Somalia, si sono incontrati a Tunisi lo scorso 31 marzo i leader del Qatar e dell’Arabia Saudita sebbene il l’emiro del primo si sia allontanato poco dopo che l’Arabia aveva ricevuto un apprezzamento pubblico da parte del Segretario Generale della Lega Ahmed Abdoul Gheit. Il resto della delegazione qatariota è però rimasta sino al termine dei lavori che prevedevano la richiesta all’ONU di una risoluzione contro la decisione statunitense di riconoscere la sovranità israeliana sulle Alture del Golan.

Il Ministro degli esteri somalo Ahmed Isse Awad durante la seduta di insediamento alla presidenza della Lega ArabaIl Ministro degli esteri somalo Ahmed Isse Awad durante la seduta di insediamento alla presidenza della Lega Araba

Eppure, nonostante le turbolenze che attraversano molti degli Stati aderenti – si pensi alla situazione di guerra perdurante in Yemen o al terrorismo che infesta la Somalia, o all’instabilità dell’Iraq – la Lega Araba continua un’intensa attività che ne dimostra tutta la sua straordinaria vitalità ed importanza nel panorama mondiale. È dello scorso febbraio, ad esempio, il summit di due giorni tenutosi al Sharm el Sheikh tra Lega Araba e Unione Europea che sono legate da un memorandum di intesa dal 2015.Alle crisi politiche, tuttavia, si contrappone la ricchezza economica di molti dei Paesi aderenti che sono tra i più ricchi di petrolio e gas, materie prime che condizionano la vita dell’Occidente e di cui la Lega Araba si è spesso servita per esercitare pressioni per una soluzione del conflitto israelo-palestinese al quale è interessata praticamente sin dalla sua nascita. Per la soluzione di questa crisi, nel 2002, La Lega Araba ha proposto e sostiene tutt’ora la soluzione dei due popoli e due Stati: la stessa, praticamente, adottata poi nell’Assemblea Generale dell’ONU tenutasi il 29 novembre 2012 con la risoluzione 67/19 che ha anche riconosciuto l’esistenza dello Stato di Palestina.

Presiedere le sedute del Consiglio della Lega Araba è dunque un compito di alto prestigio che sottolinea il progressivo ritorno della Somalia alla normalità delle relazioni internazionali interrotte ormai da circa trent’anni a causa della guerra civile che l’ha devastata.

il PM somalo Hassan Ali Khayre incontra a Washington D.C. Christine Lagarde presidente del FMI - Hiraanonlineil PM somalo Hassan Ali Khayre incontra a Washington D.C. Christine Lagarde presidente del FMI – Hiraanonline

Un altro segnale di questo recupero di posizioni si è avvertito nei giorni scorsi quando, a metà aprile, il Primo Ministro somalo Hassan Ali Khayre ha incontrato nella sede del Fondo Monetario Internazionale, a Washington D.C., la Presidente Christine Lagarde per iniziare a trattare la cancellazione del debito di circa 6 miliardi di dollari per permettere alla Somalia di essere riammessa ai finanziamenti per la sua ricostruzione.Si tratta di un traguardo che passerà attraverso l’adozione delle riforme interne volte al recupero di una solida burocrazia e dei servizi pubblici essenziali in tema di sicurezza, sanità, istruzione e giustizia.

Questi successi sono dovuti alla costanza dell’impegno del Presidente della Repubblica Federale di Somalia Mohamed Abdullahi Mohamed che finirà il suo primo mandato tra circa due anni.

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