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Egitto, timori per Patrick Zaki: è asmatico, rischia se contagiato da Covid-19

Fissata inizialmente al 21 marzo, poi anticipata al 16 e quindi slittata al 23, è stata infine rinviata al 30 di questo mese l’udienza presso la Procura della capitale egiziana, che dovrà decidere sul rinnovo della detenzione cautelare a Patrick George Zaki.

Arrestato il 7 febbraio all’aeroporto del Cairo con le accuse di incitamento a disordini, rovesciamento del regime e pubblicazione di notizie e dati falsi attraverso account social, il 27enne ricercatore, cristiano copto, attivista per i diritti umani è detenuto dal 5 marzo nel carcere di Tora, noto per abusi, torture e violazioni dei diritti umani.

Il motivo dell’ennesimo rinvio dell’udienza è da ricercarsi nell’impossibilità di trasferire i detenuti da Tora all’ufficio del procuratore secondo le disposizioni governative per contenere la diffusione del Covid-19 in Egitto, che, dopo il primato mantenuto per alcuni giorni, è tornato a essere il secondo Paese africano, dopo il Sudafrica, per numero di casi. 366, secondo gli ultimi dati ufficiali del ministero della Salute, considerati in ogni caso fasulli da Guardian e New York Times, che già il 15 marzo avevano parlato di 19.300 persone positive al Coronavirus.

Ma sono proprio le misure specifiche, adottate per contenere la diffusione epidemiologica da Covid-19 nelle sovraffollate carceri egiziane, a preoccupare maggiormente i genitori di Zaki, che soffre di asma ed è dunque maggiormente a rischio in un sistema di detenzione cautelare nel carcere di Tora. Tanto più che da due settimane non si sa più niente di lui – al pari di altre persone detenute –, perché dal 10 marzo sono state sospese le visite di familiari per dieci giorni, sospensione poi progata fino al 31 marzo. Motivo che ha spinto, il 18 marzo scorso, la scrittrice Ahdaf Soueif, la di lei sorellae professoressa universitaria Laila Soueif, la nipote Mona Seif e l’accademica Rabab al-Mahdi a protestare davanti al Palazzo del Consiglio dei ministri, per poi essere arrestate e rilasciate dietro cauzione il 20 marzo.

Per tali ragioni i familiari di Patrick hanno lanciato, il 22 marzo, un appello sulla pagina Fb Patrick Liberochiedendone il rilascio immediato. «Esprimiamo – così nel comunicato – la nostra ansia più che mai, da quando il Dipartimento dei servizi penitenziari ha avviato le procedure preventive per arginare la diffusione di Covid-19 all’interno del carcere, non sappiamo assolutamente nulla di Patrick. Il ministero dell’Interno ha deciso di sospendere le visite nelle carceri per dieci giorni a partire dal 10 marzo. E, poi, è stato annunciato che la sospensione delle visite è stata prorogata fino alla fine di marzo. Al tempo stesso non sono state fornite alternativealla sospensione delle visite […].

Altri due motivi aumentano la nostra preoccupazione per Patrick: il primo è che la sanificazione dei luoghi di detenzione sta procedendo lentamente e in modo vago,quindi non sappiamo quando avverrà quella della prigione di Tora, dove Patrick è detenuto. La seconda ragione, e la principale, della nostra ansia è il fatto che Patrick è asmatico. Il che lo rende uno dei soggetti più suscettibili alle pericolose complicazioni del Covid-19. Ribadiamo dunque la nostra richiesta per il rilascio di Patrick».

E intanto domani, proprio per mantenere viva l’attenzione sulla drammatica vicenda dello studente del master Gemma (Studi di Genere e delle Donne) presso l’Università di Bologna, si terrà, a partire dalle 18:30, un dibattito online organizzato da Amnesty International Bologna, Làbas e Saperi Naviganti.

Ospiti dell’incontro saranno Riccardo Noury (portavoce Amnesty International Italia), Erasmo Palazzotto (deputato di LeU e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni), Azzurra Meringolo (giornalista Rai) Francesco Strazzari (professore associato di Relazioni internazionali alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) e Sara Prestianni (esperta di Egitto e di migrazioni).

Ad aderire all’iniziativa anche Articolo21, che per mezzo della portavoce Elisa Marincola ha dichiarato: «È un grave attentato alla sua salute tenerlo ancora in carcere preventivo: da soggetto asmatico, Patrick rischia la vita in particolare con l’epidemia di Covid-19 che avanza ovunque. E sappiamo che le condizioni carcerarie sono sempre le peggiori per queste patologie e soprattutto in Egitto».

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