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Congo, la Cpi condanna a 30 anni il signore della guerra

La più grande pena inflitta dalla Corte penale dell’Aja e la prima persona ad essere condannata anche per il reato di schiavitù sessuale dal tribunale internazionale con sede nei Paesi Bassi. Sono i tristi primati di Bosco Ntaganda, ex signore della guerra in Congo , che dovrà scontare 30 anni di carcere per crimini di guerra e contro l’umanità. Nei momenti finali del processo, Ntaganda, in abito scuro e cravatta rossa, ha ascoltato impassibile la lettura degli efferati crimini commessi mentre un pubblico di attivisti, studenti e giornalisti assisteva a una sentenza storica che potrebbe costituire un precedente importante. Tra i 18 crimini di guerra e contro l’umanità, infatti, c’è per la prima volta il riconoscimento della ‘schiavitù sessuale’ che riguarda anche minorenni, oltre alla violenza di genere e allo stupro come arma di guerra che ancora una volta non risparmia i minori, reclutati pure come soldati. Tra le svariate atrocità commesse da Ntaganda, un massacro in un campo di banane dietro il villaggio di Kobu, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo , in cui almeno 49 persone sono state uccise sventrate o con la testa fracassata. Anche in questo caso tra le vittime ci sono bambini e persino neonati. Il giudice Robert Fremr ha sottolineato il caso di una tredicenne vittima di stupro costretta a sottoporsi per anni a molteplici interventi chirurgici e che ha sviluppato una paura tale verso il genere umano da abbandonare la scuola. Ntaganda ha già presentato ricorso contro la sua condanna, rispondendo ai giudici di essere “un soldato, non un criminale” e che per lui non si può applicare il soprannome di ‘Terminator’. Il quarantaseienne nato in Ruanda nel 2013 è entrato nell’ambasciata degli Stati Uniti nella capitale del suo paese, Kigali, con la richiesta di essere portato al tribunale internazionale dei Paesi Bassi. A detta dei pubblici ministeri, tale richiesta di consegnarsi alla Corte dell’Aja deriva dal fatto che Ntaganda temeva per la propria vita a causa di una faida nel gruppo ribelle M23 da lui fondato dopo il conflitto nella provincia nord-orientale dell’Ituri. Proprio per i crimini commessi in questa guerra, a seguito della quale diventò generale dell’esercito dal 2007 al 2012, ‘Terminator’ è stato condannato. Secondo diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani, più di 60mila persone sono state uccise dallo scoppio delle violenze nella regione congolese dell’Ituri nel 1999. Durante il processo l’ex capo ribelle è stato ritratto anche come lo spietato leader delle rivolte etniche dei Tutsi nei conflitti che agitarono la Repubblica Democratica del Congo dopo il loro genocidio del 1994 nel vicino Ruanda

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